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Il potere della mediazione linguistica e culturale

Alle frontiere, quasi mezzo milione di ore in 3 anni per proteggere persone e confini.
Mediazione

I recenti flussi migratori hanno determinato il rafforzamento delle competenze degli operatori di frontiera, con percorsi formativi in linea con le reali esigenze e l'utilizzo di nuove tecnologie, per arginare situazioni di potenziale pericolo per la sicurezza nazionale e dell'Unione Europea. Tuttavia, per una rapida attività di identificazione, la prima accoglienza dei migranti pone la necessità di una preparazione linguistica e culturale specifica, ossia della conoscenza di diversi idiomi della stessa lingua, che richiede il ricorso a società specializzate.

In quest’ottica, si è sviluppato il “Servizio di mediazione linguistica e culturale per le esigenze della Direzione Centrale dell'Immigrazione e della Polizia delle Frontiere”, un progetto triennale cofinanziato dall’Unione Europea nell’ambito del Programma Nazionale Fondo Sicurezza Interna 2014-2020.

Per ISF, questa è solo una delle numerose iniziative supportate nell’area della mediazione con l’obiettivo di garantire uno spazio comune di sicurezza, libertà e giustizia all’interno dei confini europei. Tra le precedenti, si ricordano le azioni emergenziali gestite direttamente dalla Commissione europea HOME 2015/ISFB/AG/EMAS/001 "Linguistic and intercultural mediation for emergency action" e HOME 2016/ISFB/AG/EMAS/019 "Linguistic and intercultural mediation for emergency action 2".

Attraverso la mediazione culturale e l’interpretariato assicurati durante le operazioni di soccorso e nelle zone di sbarco, il progetto ha contribuito a gestire in modo più efficace i fenomeni di migrazione irregolare, a proteggere la vita dei migranti e a rafforzare la capacità di intervento degli operatori presenti. Il servizio è stato, infatti, in grado di agevolare la comunicazione tra operatori della Polizia di Stato e stranieri mediante un complesso di attività, rese nelle fasi di pre-identificazione e di foto-segnalamento, che hanno permesso di stabilire con esattezza lo status giuridico dei singoli individui indirizzandoli nei successivi iter amministrativi.

Grazie a un approccio inclusivo ed efficace, anche in termini di linguaggio non verbale, i mediatori hanno saputo evitare o gestire situazioni di potenziale conflitto, assicurando ai migranti informazioni durante la prima accoglienza e fornendo assistenza con particolare attenzione alle categorie "vulnerabili".

Un progetto importante, che prosegue tuttora sul programma nazionale ISF con il rinnovo dei servizi forniti per dare continuità alle attività di mediazione, che consentono alla Polizia di Frontiera di comunicare agevolmente con i cittadini "extra-Schengen" presso i punti di attraversamento dei confini.