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Per la tutela dei beni culturali scendono in campo big data, machine learning e blockchain

Al via il progetto S.W.O.A.D.S.
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Si chiama S.W.O.A.D.S. (Stolen Works Of Art Detection System) la soluzione progettuale per la ricerca e l'individuazione delle opere d'arte trafugate che realizza un nuovo sistema ed evolve le componenti software di “Leonardo”, lo strumento attualmente in uso.

Oggi il traffico illecito di beni culturali viene quotidianamente contrastato dal personale del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (TPC) con il supporto di piattaforme e archivi informatici sviluppati nel corso degli ultimi decenni. Tuttavia, il crescente utilizzo dei canali telematici per il traffico di opere sospette e la natura internazionale della criminalità di settore, che vede il patrimonio italiano essere spesso oggetto di un mercato estero "disinvolto", rendono necessario l’impiego di strumenti informatici costantemente aggiornati per aumentare il numero di controlli effettuati e agevolare la collaborazione con le Forze di Polizia degli altri paesi attraverso un’efficiente conservazione e condivisione dei dati.

Grazie all’esperienza maturata dal Comando TPC, si sono individuate alcune importanti aree di potenziamento delle soluzioni e metodologie attualmente impiegate con successo dal TPC, in modo da evolverle ed espanderle sia in termini tecnologici (es. big data, machine learning) che architetturali (blockchain); un approccio che consente a S.W.O.A.D.S. di convogliare tutte le nuove funzionalità, unendo la raccolta dei dati effettuata in forma automatica – dal web, dal deep web, dai social media – a quella derivante dalla trasmissione delle fotografie di beni ottenute nel corso di attività operative da parte degli addetti delle FFPP.

Sviluppata come entità separata per poter essere replicabile e re-impiegabile, la nuova piattaforma italiana costituirà la base di partenza per uno o più eventuali progetti di respiro internazionale, che potrebbero prevedere la realizzazione di una rete S.W.O.A.D.S. costituita da diverse cellule nazionali comunicanti e inter-operanti. Una simile rete, sviluppata a livello internazionale, permetterebbe di contrastare e prevenire con più forza i reati contro al patrimonio culturale, incrementando al contempo il numero dei recuperi dei beni trafugati.