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Passim 3: il Fondo Sicurezza Interna a sostegno della primissima assistenza sanitaria in mare

il Progetto Passim prosegue con il Fondo Sicurezza Interna
Passim

L'Italia è uno dei principali Paesi in area Schengen di destinazione e transito dei flussi migratori lungo le rotte del Mediterraneo.

Gli arrivi via mare e le emergenze con cui negli anni ci si è confrontati hanno evidenziato l’importanza delle attività messe in campo dalle Amministrazioni coinvolte nel controllo e correlato soccorso in mare, quali le Capitanerie di Porto.

L’esigenza di dotare le proprie Unità Navali di professionisti altamente specializzati atti a coprire ogni area di intervento a livello medico, in primis quella del primo soccorso, ha portato la Capitaneria di Porto a promuovere l’iniziativa Passim, giunta quest’anno alla sua terza edizione.

Si tratta di un intervento, finanziato in passato da altri strumenti comunitari, che vanta all’attivo una lunga e positiva esperienza: alla fine del 2020, oltre 11mila migranti sono stati rintracciati in mare ed hanno ricevuto un servizio di primo triage sanitario; è stata erogata l’attività di assistenza per un totale di 320 eventi migratori; sono stati assistiti 570 minori non accompagnati; 2.500 migranti sono stati sottoposti a triage e registrati nel sistema IT Health (Cartella Sanitaria Elettronica).

Il progetto Passim 3 e il Coronavirus

Grazie al supporto del Programma Nazionale Fondo Sicurezza Interna 2014-2020, il progetto Passim 3, con una dotazione di 4 milioni di euro, contribuirà in maniera concreta alla gestione e al controllo delle Frontiere esterne dell’Unione in sicurezza, assicurando sin dalle prime operazioni di soccorso in mare l’individuazione e il contenimento di possibili rischi di contagio.

Le finalità cardine del progetto sono infatti:

  1. fornire assistenza sanitaria a bordo sin dalle prime fasi del soccorso, con il necessario supporto di mediazione linguistica;
  2. trasmettere informazioni sanitarie in tempo reale, tramite IT-Health, un sistema diagnostico per lo screening e la gestione delle informazioni sanitarie dei migranti, già in uso agli assetti navali ed aerei della Guardia Costiera;
  3. svolgere attività di sorveglianza sanitaria di frontiera (border surveillance) ad opera del personale medico USMAF (Ufficio di sanità marittima, aerea e di frontiera), indispensabile nell’ambito della situazione emergenziale causata dal Covid -19;
  4. fornire un modello sanitario di intervento uniforme nelle operazioni di soccorso in mare attraverso la formazione, la predisposizione e diffusione di linee guida condivise con tutti gli attori coinvolti nel soccorso.

Per il perseguimento delle predette finalità, il Corpo delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera opera in partnership con il Ministero della Salute che fornirà servizio di assistenza medica e attività di formazione per il personale impegnato, con la Fondazione CISOM (Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta) che garantirà la presenza costante di 4 team sanitari, fornendo kit di primo soccorso e dispositivi di protezione individuale, e con l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni che fornirà 6 mediatori linguistici da imbarcare sulle unità della Guardia Costiera di Catania, di Messina e di Lampedusa.